Che cos’è il pelo del cane?
Prima di districarci nell’universo peloso dei nostri amici a quattro zampe, occorre porci qualche domanda: ad esempio, siamo proprio sicuri di sapere cos’è il pelo del cane?
Esistono oltre 400 razze canine riconosciute e infiniti incroci, perciò riuscire a dar conto di ogni tipologia di manto è molto difficile, se non impossibile. Ciò che accumuna i cani è il mantello che ricopre quasi tutto il corpo e che si compone di uno strato superiore e uno inferiore.
Nel primo caso si tratta di peli da guardia o giarra, più superficiali e lunghi. Questi costituiscono una protezione dagli agenti ambientali (acqua, vento, sole e coccole di sconosciuti). Il secondo strato, più interno, è detto sottopelo o borra, un pelo più lanuginoso che serve ad isolare il corpo e mantenere la temperatura.
Non tutti i cani hanno il sottopelo, altri possono presentarlo meno folto. È il caso del Barboncino, del Border Terrier e dello Yorkshire. Quelli che invece hanno il “doppio” mantello fanno la muta primaverile perdendo la giarra, mentre nei mesi più freddi infoltiscono la borra.
Infine, un pelo folto e la sua disposizione dipendono anche da un fattore genetico. La tematica è molto tecnica e si compone sia di elementi estetici che scientifici nella sua definizione. Noi cerchiamo di farla semplice.
Le diverse colorazioni del pelo
Abbiamo già detto che è un argomento un po’ complicato? Bene, perché il colore del pelo del cane può essere indicato diversamente in razze distinte e, ovviamente, lo stesso termine può assumere significati diversi a seconda degli esemplari.
Vogliamo ancora saperne di più? Assolutamente.
Generalmente il cane può essere monocolore, bicolore o tricolore a seconda della razza, con diversi motivi come il tigrato o i celeberrimi pois del Dalmata. Il bicolore è dato da un colore solido e macchie bianche. Il tricolore si ottiene tramite la combinazione del marrone chiaro o nero con tonalità nere e macchie bianche.
Passiamo ora in rassegna i diversi colori, prendendo la nomenclatura un po’ per sommi capi. Abbiamo le tonalità marrone (detta anche chocolate o mogano) e nero, entrambe presenti nei Labrador Retriever.
Il rosso (no…non come quello di Clifford), si riferisce a tutte le sfumature arancioni, marrone e marrone chiaro che si estendono fino al giallo rubicondo. È il caso tipico del Cocker Spaniel Inglese o del Setter Irlandese.
Schiarendo sempre di più il nostro inventario cromatico, troviamo l’oro e il giallo. Sono tonalità poco più chiare del rosso e, per capirci, tipiche del Golden Retriever o del Poodle.
Di un giallastro pallido è il pelo dei cani color crema come il Bulldog Francese. La tonalità crema si discosta dal colore bianco del West Highland White Terrier o dello Spitz Giapponese. In questi casi, il manto bianco non è sintomo di albinismo quando è presente anche del pigmento scuro attorno al naso e agli occhi.
Esistono anche dei colori più particolari come il grigio, termine che comprende sfumature di nero, blu, ardesia o grigio come nel caso dello Schnauzer.
Cani blu? Sì, esistono e sono cani di una particolare sfumatura diluita del nero che può diventare grigia nel tempo, come nei Kerry Blue Terrier.
È detto fulvo invece il pelo chiaro di un cane con la maschera melanica scura (l’elemento genetico che conferisce la peluria scura sul muso e attorno agli occhi). Il look fulvo è tipico del Carlino.
Abbiamo esaurito, più o meno, la distinzione cromatica del pelo dei nostri amici fedeli ma in questa esplorazione sensoriale bisogna ancora considerare alcuni parametri.
Un respiro profondo e andiamo!
Morbido, ispido e soffice: le differenti texture
Arriviamo al nodo della questione della lunghezza e dell’aspetto del pelo.
Le varietà di mantello sono quasi infinite e impossibili da classificare tutte, ma si può avere una panoramica grazie ad alcune categorie fisse.
Consumatori fidelizzati di spazzole, i cani a pelo lungo necessitano di una cura quotidiana. La loro folta chioma va oltre i 7 centimetri di lunghezza, come nel caso del Levriero Afgano o del Maltese.
Con un look semilungo (4-7 centimetri), ci sono i cuccioli di Chow Chow o Border Collie, meno soggetti a perdere il pelo.
Armati di aspirapolvere, stracci e quant’altro se il vostro amico a quattro zampe ha il manto corto (dai 15 millimetri ai 4 centimetri). I peli sono solitamente lisci e dritti, pronti a disperdersi un po’ ovunque a causa del folto sottopelo, come per Labrador e Beagle.
Da accarezzare sempre e comunque, i cani a pelo raso hanno un mantello molto corto e fitto, aderente al corpo, tipico del Dobermann e del Dalmata.
Ci sono anche delle categorie che riguardano l’aspetto e la texture del manto, anche in questo caso riduciamo e semplifichiamo.
Esistono cani come il Golden Retriever o il Cocker Americano che presentano frange più lunghe in specifiche parti del corpo come le orecchie, gli arti o la zona inferiore della pancia (in questo caso si tratta di un pelo frangiato).
Il look sbarazzino e arruffato dello Spinone o dello Schnauzer è tipico del pelo ruvido da non confondere con il pelo riccio caratteristico del Barboncino o del Lagotto Romagnolo che presentano un manto dall’aspetto più “lanoso”.
Ai due poli del nostro excursus sul mondo del manto canino possiamo mettere il Komondor, che presenta un pelo cordato, ovvero un manto particolarmente lungo e arricciato a cavatappi, e il Cane Nudo del Messico, una razza dall’origine antica e venerata dal popolo azteco, che non presenta peluria.
Insomma, che il prossimo cane che incontrerai abbia o meno il pelo, saprai come riconoscerlo e fare una gran bella figura mentre lo strapazzi di coccole.
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