La lana di cane: un’usanza stabilita nel tempo
Il pelo del cane, o meglio il sottopelo; dunque il pelo che il nostro Fido perde per cause naturali durante il periodo di muta, può diventare, una volta filato e lavorato, una calda e morbidissima lana pregiata.
“Ma guarda cosa si inventano, pure la lana di cane ora”.
Sappiamo già che molti scettici saranno titubanti e diffidenti su questa pratica, a prima vista recente e poco conosciuta, almeno qua in Italia. Ma sapevi che in realtà la Chiengora – termine tecnico per indicare la lana di cane- risale a migliaia di anni fa?
Infatti da tempo lapponi ed Eschimesi, ma ancora oggi alcune popolazioni che occupano le regioni artiche al Polo Nord, utilizzano la lana di pelo di cane. Ma perché? Beh semplice; è più calda di quella di pecora!
D’altronde gli animali tipicamente utilizzati per la produzione della lana, come le pecore, non vivono solitamente nelle zone polari. Queste regioni sono caratterizzate da climi troppo rigidi per l’allevamento di queste specie.
Al contrario invece i cani da slitta sono soliti vivere all’esterno, dove si possono toccare temperature estreme, che sfiorano addirittura i -30°C. Ed è proprio con questi geli, che è il sottopelo del cane a tenerlo al caldo.
Anallergica e calda: le caratteristiche della lana di cane
Spesso la lana di cane risulta, oltre che calda, persino più morbida delle tante tipologie di lana più rinomate; come quella d’angora o del cachemire.
Ma non è tutto: è anche anallergica.
Infatti l’allergene scatenante non è provocato dal pelo; bensì dalle ghiandole sebacee della cute su cui risiede. Dunque una volta separato il pelo dalla cute, e dopo opportuni lavaggi, non vi sarà più traccia dell’allergene!
Da quali razze si può ricavare la lana?
Come ben saprete, anche grazie al nostro precedente articolo, ogni tipo di pelo è differente: ruvido, lanoso, corto, morbido, riccio, frangiato, lungo… e chi più ne ha più ne metta.
Ma quali tipologie possono essere filate per farci della soffice lana?
In realtà sono molte le razze di cani di cui pelo è stato già filato, ne sono esempio: l’Akita Inu, il Border Collie, il Cane Lupo Cecoslovacco, il Labrador, il Chow Chow e tante altre razze, compresi innumerevoli meticci!
Difatti per produrre e filare la lana di cane basterà che il sottopelo dello stesso sia almeno di 2 centimetri di lunghezza, includendo così la stragrande maggioranza, se non quasi tutte, le razze conosciute.
Prima lana a ridotto impatto ambientale: Ecofriendly e Petfriendly
A differenza della lana di pecora, cui lavorazione e filatura necessita un maggiore dispendio, la lana di cane utilizza molta meno energia ed acqua; acquisendo così il primato di prima lana a ridotto impatto ambientale!
E se ci pensiamo bene, tale materia prima non proviene da alcun tipo di allevamento, bensì da un prodotto di scarto che abbiamo – a volte anche troppo – a disposizione nelle nostre case; o perché no anche come rimanenze delle toelettature.
Ma non solo. Non essendo proveniente da alcun tipo di allevamento ne consegue che, per la sua creazione, non si possano verificare episodi di sfruttamenti e maltrattamenti animali.
Ben più etico, no?
Le numerose funzionalità del pelo
Chi ha la fortuna di condividere la sua casa con Fido solitamente considera il suo pelo; o meglio la sua perdita, un vero e proprio disagio. Siamo sempre lì a raccogliere batuffoli di pelo da divano, poltrone, pavimenti e cucce; per poi buttare tutto nel bidone!
Inconsapevoli di star buttando una materia prima con elevate potenzialità…
Infatti:
- Se possiedi un giardino, può fungere da compost per l’orto, vedrai concimerà alla grande!
- Disponilo alla base delle tue piantine o fiori, terrà alla larga le lumache. Beh, che dire? Un ottimo repellente low cost e naturale.
- Lascialo a disposizione degli uccellini in primavera; lo utilizzeranno per comporre il proprio nido.
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