Chi si nasconde dietro Lilli?
Lo stesso anno della fuga di Ralph Roe e Theodore Cole da Alcatraz e dell’uscita al cinema di Biancaneve e i Sette Nani, Joe Grant, già da qualche anno sceneggiatore e character designer in casa Disney, bussò alla porta di Walt folgorato da un lampo di ispirazione. Era il 1937 e in famiglia aveva da poco fatto la sua comparsa un bambino, che aveva attirato le attenzioni di tutti.
Il soggetto per un film nasceva proprio dalle buffe scene di gelosia della cagnolina Lady, la Springer Spaniel Inglese della coppia, che si sentiva esclusa dai padroni.
Una storia di amore e di guerra
Ci volle poco più di un decennio perché il lungometraggio vedesse la luce. All’inizio la trama non convinceva: Lilli era troppo dolce e la narrazione mancava della tensione necessaria a coinvolgere lo spettatore.
Il problema fu risolto nei primi anni ’40, quando Walt comprò i diritti per una storia di Ward Greene apparsa su Cosmopolitan, dove era protagonista un cane cinico che giudicò perfetto per affiancare Lilli nel film di Joe e farla innamorare. Sarebbe diventato Biagio.
Quando finalmente finirono i lavori preliminari, scoppiò la guerra e la produzione dovette interrompersi diversi anni per lasciare spazio alla propaganda. Dopo la conclusione della guerra, Joe Grant si licenziò dalla Disney, ma la casa cinematografica continuò a curare il progetto fino all’effettiva uscita del film, nel 1955.
Un successo eccezionale
Tutto sommato, valse la pena aspettare quasi vent’anni di produzione, perché il film riscosse un grande successo al botteghino.
La scena in cui i due protagonisti, Lilli e Biagio, condividono un piatto di spaghetti e si baciano accidentalmente nel retro della trattoria Bella Napoli è oggi iconica per il cinema di animazione.
È ironico scoprire che Walt Disney non voleva neanche inserire quella sequenza, a parere suo troppo sciocca per apparire romantica.
La calorosa accoglienza del pubblico andò oltre ogni previsione e in tanti scambiarono Lilli per un esemplare di Cocker Inglese. Perciò, negli anni successivi all’uscita del film, gli allevamenti specializzati per questa razza furono travolti da un’incredibile impennata di richieste.
Le origini del malinteso
A dire il vero, in Europa gli English Cocker Spaniel erano molto diffusi già dagli anni ’50; e per la maggior parte si trattava di cani da caccia. La loro spiccata intelligenza e la loro ubbidienza, unite a un udito e un olfatto molto sviluppati, li rendevano particolarmente adatti all’attività venatoria.
La parola stessa “Cocker” deriva dall’inglese woodcock (“beccaccia”), proprio a evidenziare il loro impiego originario come cani da riporto di uccelli. È una predisposizione innata, la cosiddetta “memoria di razza”.
Si pensi al divario che c’è tra l’immaginario collettivo di un cane da caccia e una delle prime sequenze del nostro film d’animazione. È la notte di Natale e, sotto l’albero di un’elegante villetta innevata, è nascosta una deliziosa cagnetta tutta infiocchettata.
Lilli e il Vagabondo involontariamente diffuse in Occidente l’immagine fuorviante del Cocker come docile animale domestico per le famiglie dell’alta borghesia. Di lì a poco questo fraintendimento avrebbe fatto la fortuna di diversi allevatori e la rovina di un’intera razza.
La sfortunata vicenda del Cocker Inglese
Sempre più famiglie, innamorate della dolce Lilli, desideravano l’affetto di una cagnolina da salotto come lei. In tutta Europa si diffuse così una vera e propria moda per il Cocker Spaniel Inglese. La situazione andò avanti fino a che gli allevatori preparati, da soli, non furono più in grado di far fronte alla quantità di domande, in particolare per i cuccioli dal mantello fulvo.
Così, tanti approfittatori senza esperienza, ma spinti dal profumo di guadagni facili, vennero in loro soccorso. E presto dubbi accoppiamenti non controllati diedero vita a linee di sangue ibride, contraddistinte da caratteri instabili. In breve tempo, la fama di questi Cocker divenne appunto quella di animali da cui stare alla larga, nervosi e ben poco socievoli.
Per fortuna, negli anni, questa moda si è affievolita e i professionisti hanno ripreso il controllo totale del corredo genetico della razza. Ad oggi, l’indole di un qualunque Cocker Inglese risponde a quella dello standard: un cane predisposto alla caccia, ma allegro, affettuoso e molto vivace.
L’intera vicenda fu in realtà figlia di un malinteso perché Lilli non è un Cocker Inglese. Non è nemmeno un cucciolo di Springer Spaniel, come avrebbe potuto pensare chi conosce i retroscena della genesi del film.
Con ogni probabilità Lilli appartiene all’altro ceppo di Cocker Spaniel, quello americano. Sia chiaro: la differenza tra le due razze è molto sottile, tanto che l’AKC, registro genealogico dei cani di razza, ne ha riconosciuto la distinzione meno di un secolo fa.
Ma cosa distingue il Cocker Inglese da quello Americano?
I motivi che fanno supporre che Lilli sia un Cocker Americano sono soprattutto due. La prima ragione è da ricercare nella paternità dell’opera stessa. Disney ha la sua sede principale in California, e negli Stati Uniti tale razza è conosciuta con il nome generico di “Cocker Spaniel”.
Si distingue da essa il cugino noto con la denominazione più specifica di “Cocker Spaniel Inglese”. Questo a evidenziare quanto sia più diffusa una famiglia genetica rispetto all’altra a seconda del luogo che si prende in considerazione.
Il secondo motivo, evidente a colpo d’occhio, si trova nel profilo del muso: nel caso dell’Inglese è lungo e affusolato, nel caso dell’Americano più schiacciato.
Chi sa cosa cercare, trovandosi sotto gli occhi i due cani a confronto, noterà che il pelo dell’uno (l’Americano) supera in massa quello dell’altro, soprattutto su zampe e fianchi. E vedrà una distinzione nelle proporzioni tra le dimensioni degli animali, dal momento che l’Inglese è leggermente più sviluppato in altezza che in lunghezza.
Dobbiamo ricordarci, comunque, che nel caso di Lilli abbiamo a che fare con il disegno cartonato di un unico esemplare, con tutte le semplificazioni del caso.
La Disney e il Cocker nel tempo
L’affetto che Disney, nel tempo, ha rivolto ai Cocker, non si è fermato agli anni ’60, anzi, ha trovato almeno un paio di seguiti. Uno dei più recenti risale al 2019 ed è rappresentato dal remake live-action del film d’animazione. E ancora adesso ci si chiede a quale razza appartenga realmente il cane-attore scelto per la parte di Lilli.
Un altro ancora è del dicembre 2022. Il settimanale Topolino ha rivolto una dedica speciale a “Leo il campione”, un simpatico Cocker Spaniel cieco che, grazie al suo fiuto eccezionale, è comunque un ottimo cane da tartufo. Sorge spontaneo chiedersi quali saranno i prossimi Cocker ad apparire nel percorso editoriale e cinematografico della Disney.
Continua a seguirci su feed-0.it.