La coda esprime tipicità di alcune razze e sono molti gli standard che vi dedicano descrizioni dettagliate.
(prova a fare il nostro quiz per vedere se indovini la razza del cane solo dalla coda)
Come si determina la lunghezza?
Per valutare la coda nella sua lunghezza il riferimento più frequente è la punta del garretto, quella sommità che si trova nella parte posteriore del tarso all’altezza del calcaneo.
Viene considerata:
- lunga se, distendendola, oltrepassa la punta del garretto (per esempio i Levrieri);
- normale se si ferma all’incirca in quel punto (come il Beagle);
- corta in tutti i casi nel quale si troverà al di sopra di tale riferimento (come il Pointer).
Alcuni autori ritengono di maggior precisione stabilire la lunghezza della coda in rapporto all’altezza dell’arto anteriore al gomito. Se superiore a quest’ultimo si parlerà di coda lunga, normale in equivalenza delle due misure e corta se inferiore a quell’altezza.
Questione di equilibrio
Nell’esecuzione di qualsiasi movimento il cane si mantiene in equilibrio non solo grazie all’appoggio delle zampe, ma anche attraverso la posizione che assume la coda. Questo sarà più evidente negli spostamenti laterali ad alta velocità.
La coda ha la funzione di compensazione e permette di evitare sbandamenti, i quali sono spesso evidenti in cani che hanno la coda assente o molto corta durante i cambi di direzione al galoppo.
Cani senza coda
Alcuni cani possono nascere senza l’appendice caudale (anutismo naturale) altri invece possono presentarla molto corta, ne sono un esempio il Boston Terrier e il Bouledogue Francese.
Alcuni standard di razza in passato ne prevedevano espressamente l’assenza, veniva in questo caso tagliata, tra questi ricordiamo il Bobtail, il Welsh Corgi Pembroke e lo Schipperke.
Questa pratica è ad oggi vietata dall’articolo 10 della Convenzione europea per la protezione dei cani da compagnia. Essa vieta infatti gli interventi chirurgici atti a modificare l’aspetto degli animali da compagnia che non abbiano scopi curativi o preventivi.
Perchè tagliavano la coda ai cani?
Molte sono le razze per le quali lo standard prevede un riaccorciamento della coda. Almeno inizialmente, le cause di date scelte sono state dettate da ragioni di funzionalità. Le mansioni per cui la singola razza sarebbe stata selezionata avrebbe suggerito una riduzione della lunghezza in favore di una migliore esecuzione del lavoro. Oppure i motivi erano dettati della tutela della salute del cane.
Ad esempio in molti soggetti da caccia preposti alla cerca in vegetazioni fitte (Spaniel ad esempio), l’intento era evitare di impigliarsi nei roveti e prevenire la possibile formazione di contusioni.
Molte razze Terrier hanno da sempre necessitato di una riduzione della coda. Nel lavoro da tana, infatti, avrebbe potuto consentire al nocivo (come topi, ratti, volpi, tassi e altri mustelidi) un facile appiglio, a discapito della sicurezza del nostro amico. Sembra inoltre che la decisione di mantenere alcuni centimetri di lunghezza (pari a quelli della mano) è dovuta all’esigenza del cacciatore di aiutare il cane a fuoriuscire dalla tana in cui si era inserito.
Ancora, una coda di breve lunghezza veniva richiesta per alcune razze molossoidi con compiti di guardia del territorio, di conduzione dei bovini e di caccia di grossi selvatici. Il rischio, era che la coda rappresentasse un punto a rischio per il morso dell’animale cacciato o un punto nel quale potesse essere trattenuto con facilità dal nemico.
Il linguaggio della coda
A sostegno della tesi sul mantenimento della coda integra vi è anche un’argomentazione di stampo etologico. La carenza di una comunicazione verbale fatta di parole è, per il nostro amico, risolvibile con segnali posturali (mimiche facciali e postura del corpo). Il più delle volte la coda trasmette lo stato emotivo del cane, esprimendosi attraverso posizione, forma e movimento.
Attraverso la coda si possono trasmettere sicurezza, dominanza, minaccia, rilassamento, disagio, paura e tanto altro ancora. Questo può essere rilevato dagli altri cani e dall’uomo, permettendo di attivare delle risposte adeguate alla condizione del momento.
Non poter disporre di questo strumento di comunicazione significa dover sopperire con altre regioni del corpo. Se questo non sarà sufficiente può sfociare in fraintendimenti dei messaggi inviati e ricevuti.