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Quando a Bologna c’erano i leoni

Leoni a Bologna in bianco e nero
Il modo di rapportarci agli animali, di concepire gli spazi e in generale di vivere la nostra vita è cambiato parecchio negli anni e Bologna è un chiaro esempio di questa realtà.

Indice

Abbiamo chiesto a un po’ di nostri amici se si ricordassero di quando a Bologna c’erano i leoni. Il «se ci ripenso adesso un po’ mi viene tristezza» è la frase che è uscita più spesso.

Ok andiamo con calma. Perché in effetti parlare di leoni e di Bologna nella stessa frase può benissimo farvi pensare che ci sia venuto un colpo di caldo.

Due leoni di Bologna
Leoni a Bologna ( 1939 )

È il 1938. I legionari del 567esimo battaglione portano in dono alla città di Bologna due leoni: Reno e Sciascia. Per custodire i felini vengono sistemate delle gabbie ai giardini Margherita.

La dinastia di Reno e Sciascia rimane in auge fino all’inizio degli anni ottanta quando l’ultimo leone lascia la gabbia dei giardini Margherita. Fu allora che piccolo zoo bolognese viene smantellato – sì perché nel corso degli anni oltre ai leoni il polmone verde per eccellenza di Bologna ha ospitato anche scimmie e daini.

I Giardini Margherita: il polmone verde di Bologna

I Giardini Margherita sono il più grande parco della città. Realizzati per dotare Bologna di un grande spazio verde pubblico sull’esempio delle maggiori città italiane ed europee, su disegno del piemontese Sambuy .

Inaugurati nel 1879 con il nome di Passeggio Regina Margherita (in omaggio alla moglie di Umberto I), i giardini, che hanno una superficie di 26 ettari, conservano buona parte dell’assetto originario.

Vagamente ispirato ai parchi romantici inglesi al suo interno vanta ampi viali alberati, un laghetto contornato da finte scogliere di gesso, vaste superfici a prato, boschetti di querce e altri angoli più naturali. Ospita inoltre un corredo di notevoli esemplari arborei in prevalenza esotici: cedri, pini, ippocastani, platani, cipressi calvi, qualche farnia, una sequoia.

Murales dei leoni di Bologna
Giardini Margherita (BO) – Ex gabbia leoni
Immagine proveniente da Pinterest

Tanti bolognesi hanno sicuramente un ricordo ai Giardini. Ma sono tanti anche quelli che hanno nell’album di famiglia una foto davanti al re della foresta che per decenni ha “sorvegliato” il parco. Anche se, in realtà, dopo più di trent’anni ripensare ai leoni in gabbia suscita più un senso di tristezza.

Dopo l’entusiasmo iniziale, infatti, molti bolognesi passavano di fianco ai felini con indifferenza, quasi come se fosse normale. In questi anni è cambiato in modo considerevole l’atteggiamento e il rapporto che ci lega agli animali.

guardini margherita, il parco più grande nel centro di Bologna
Giardini Margherita (BO)
Immagine di Pinterest

Una sensibilità nuova, che molto spesso ripudia l’esibizione o la vita in cattività degli animali esotici e che adotta un punto di vista nuovo anche per quel che riguarda gli animali domestici.
Pensiamo ai cani, gli animali che preferiamo. Negli ultimi anni sono passati da elemento da guardia e da difesa, molto spesso tenuto legato di fronte l’abitazione a vero e proprio componente e perno della famiglia.

Le serre dei giardini margherita
Le Serre dei Giardini Margherita (BO)
Immagine presa di Pinterest

Cosa c’è ora ai Giardini Margherita al posto dei leoni

La stessa sensibilità e attenzione la ritroviamo nella volontà di ridare nuova vita agli spazi ed agli edifici storici dei Giardini. È così che sono nate le Serre dei Giardini: hub metropolitano volto allʼinnovazione e alla cultura imprenditoriale, incubatore per start up, coworking, spazi per esposizioni, formazione, eventi e aggregazione, uffici e servizi condivisi. 

Oggi la Gabbia del leone è diventato uno spazio polivalente al servizio della città. All’interno della Gabbia sono infatti ospitati progetti artistici, attività di formazione, attività olistiche, incontri, convegni e presentazioni di iniziative culturali.

Ed è così che la passeggiata nel “Central Park” bolognese con il nostro cane assume un sapore nuovo, contaminato da natura, storia, arte e innovazione.

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